Stampa dei calendari

Secondo la tradizione, i primi calendari esistevano già nel IX millennio a.C., cioè più di 11.000 anni fa. A quel tempo, tuttavia, l'indicazione precisa del giorno e dell'ora era di scarso interesse per le persone. Ma la loro sopravvivenza dipendeva dalla comprensione dei cicli naturali del loro ambiente. Periodi caldi e freddi, stagioni secche e piovose, cambiamenti nel cielo notturno e migrazioni di animali hanno influenzato le abitudini di caccia e l'agricoltura. Per adattarsi alle condizioni degli eventi ricorrenti, è stato necessario categorizzarli e registrarli in un calendario. Il famoso cerchio di pietre di Stonehenge potrebbe essere stato uno di questi primi calendari. Si presume che il solstizio d'estate potesse essere determinato con l'aiuto del cerchio di pietre.

Gli egiziani hanno sempre beneficiato del terreno fertile fornito dalle inondazioni annuali del Nilo. Intorno al 4.000 a.C., per la prima volta notarono consapevolmente gli intervalli regolari in cui il Nilo straripava: 365 giorni. Nacquero le stagioni delle inondazioni, della semina e del raccolto. 1.000 anni dopo, in Mesopotamia si affermò il sistema sessagesimale. Da quel momento in poi, un giorno aveva 24 ore, un'ora 60 minuti e un minuto 60 secondi.

A questo punto vale la pena fare una breve pausa nella storia e soffermarsi con stupore. Più di 5.000 anni fa, le persone conoscevano già la suddivisione dei giorni che ancora oggi viviamo.

Dal II millennio prima della nostra epoca, i Babilonesi e i Mesopotamici utilizzavano le fasi lunari per calcolare che un mese aveva circa 30 giorni. Tuttavia, dato che un anno solare ha 365,25 giorni, si accontentavano di un mese bisestile occasionale. Questa idea fu poi perfezionata dal greco Metone.

I latinisti tra di noi sapranno cosa viene dopo: Gaio Giulio Cesare, e nessun altro, ha inventato il calendario moderno. Si tratta, ovviamente, di una favola come l'inaffondabilità del Titanic.

In realtà, però, il calendario giuliano fu introdotto nell'antica Roma durante il regno di Cesare, un sistema di calendario quasi identico a quello che conosciamo oggi. I giorni del mese bisestile erano distribuiti nei singoli mesi e l'anno, come per gli antichi egizi, era fissato a 365 giorni. L'anno bisestile necessario veniva soddisfatto con un giorno bisestile che ricorreva ogni 4 anni.

Sembra proprio oggi, vero?

Il calendario di Cesare sembrava perfetto, ma era comunque troppo lungo di 11 minuti. Questo era un problema soprattutto per i cristiani, che determinavano la Pasqua in base alla luna piena di primavera e si confondevano con le deviazioni del calendario. Così, nel 1582, Papa Gregorio XIII modificò il calendario di Cesare e nacque il nostro calendario gregoriano.

Ma anche per il calendario di Cesare, il dado finale non è ancora stato tratto. Le Chiese ortodosse continuano a datare le loro feste secondo il calendario giuliano. Si dà il caso che il Natale si festeggi anche il 25 dicembre secondo il loro calendario, che però corrisponde al nostro 7 gennaio.

A proposito, solo nel 1969/70 il lunedì fu formalmente dichiarato primo giorno della settimana nell'allora DDR. La RFT ha seguito l'esempio cinque anni dopo.